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Ho sognato il re

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di Giorgio Trasarti

Il breve romanzo dello scrittore marocchino emigrato a Parigi Abdellah Taïa è la storia di un’amicizia che finisce in tragedia. Non solo. È anche la storia del conflitto sociale e di classe durante il regno di Hassan II in Marocco (1961-1999). Non solo. È l’esplicitazione delle dinamiche edipiche messe in atto dalla figura mitizzata del re/padre di tutti i marocchini, simbolo di un’identità che sembra sempre sul punto di poter essere tragicamente persa. Non solo. È il romanzo di formazione di Omar, preadolescente povero e omosessuale, innamorato di un suo ricco coetaneo e compagno di classe, e di suo padre, uomo forte e virile fino all’abbandono da parte della moglie, e madre di Omar, per tornare alla libertà, ai nostri occhi paradossale, della prostituzione. È la storia di un conflitto sociale talmente aspro da portare all’omicidio e uno sguardo esterno di un emigrato marocchino in Francia, che riflette implicitamente sulla sua appartenenza all’identità nazionale marocchina.

Eppure, nonostante tutto ciò che è, questo romanzo non riesce a colpire nel segno. Il ritmo della scrittura è sincopato, telegrafico, con un utilizzo a tratti straniante della punteggiatura, e spezza la lettura in una miriade di piccoli frammenti. Lo sviluppo narrativo risente anch’esso di tale frammentazione e gli eventi sembrano svolgersi in un ambiente rarefatto, poco concreto. Le intenzioni e l’impalcatura del romanzo sono notevoli, ma lo scrittore marocchino, conosciuto in patria come “l’omosessuale”, non riesce forse a dare loro pienamente corpo.

Nonostante i numerosi spunti tematici interessanti (il rovesciamento della figura paterna dopo l’abbandono della madre, donna nera che rappresenta la rivoluzione, il tradimento e il conflitto interiore; la sostituzione del padre con la figura del re, protagonista onirico indiscusso del romanzo; la ricerca dell’identità, nazionale e sessuale, del protagonista; l’amore/odio verso la lingua francese, lingua dei colonizzatori, lingua straniera), l’opera di Abdellah Taïa era apparsa alla fine molto più convincente durante una presentazione, che mi aveva convinto a tal punto da farmi acquistare il libro, tenutasi in un caffè letterario di Roma qualche tempo fa, alla presenza di Walter Siti e dello stesso scrittore, intellettuale che probabilmente affascina però molto più per la sua favella che per la sua scrittura.

Abdellah Taïa, Ho Sognato Il Re, romanzo, Isbn Edizioni, 2011, pp. 143, € 16,90.